Il Superbonus 110 % è la possibilità di usufruire di una detrazione fiscale superiore alla spesa effettuata su edifici già esistenti e con riguardo ad interventi di adeguamento antisismico, isolamento termico, sostituzione di impianti per la climatizzazione invernale e, solo se effettuati in aggiunta ai precedenti, posa di pannelli fotovoltaici ed impianti per l’alimentazione di auto elettriche, così come di sistemi di efficientamento energetico in generale.
In termini pratici significa che a fronte di una spesa di € 10.000 sarà possibile recuperare la somma di € 11.000, a patto che vengano rispettati rigorosi margini di spesa e procedure di realizzazione delle opere.
Già dalle prime fasi della sua introduzione, avvenuta tramite il Decreto Rilancio del 2020, si è dibattuto se il Superbonus 110% fosse usufruibile anche dai residenti all’estero e ora, dopo ben quattro interventi dell’Agenzia delle Entrate sul punto, di cui l’ultimo effettuato nel mese di dicembre 2020, non vi sono più dubbi al riguardo: anche gli italiani o stranieri residenti in un paese diverso dall’Italia potranno usufruire dell’agevolazione, a patto che siano qualificabili come contribuenti ai fini del fisco italiano.
L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha specificato che il Superbonus 110% riguarda tutti i contribuenti residenti e non residenti nel territorio dello Stato che abbiano sostenuto direttamente le spese per l’esecuzione degli interventi agevolati.
La qualifica di contribuente può trarre in inganno e lasciar pensare che riguardi solo chi lavora o produca un qualche reddito da lavoro in Italia, ma non è così.
Contribuente è anche chi possiede beni in Italia produttivi di reddito e tra questi vi sono anche, ad esempio, gli immobili di proprietà.
Va da sé che chi non è tenuto a pagare imposte in Italia, poiché ha una imposta lorda già assorbita da altre detrazioni o non dovuta per altre ragioni, non potrà usufruire della detrazione del 110% chiedendo uno sconto sulle imposte che già non dovrà pagare, cioè nel metodo classico già in uso da tempo.
In caso di incapienza, cioè qualora non vi sia una posizione debitoria nei confronti del fisco italiano, è stato chiarito che il contribuente potrà chiedere uno sconto direttamente in fattura al fornitore o cedere il credito derivante dalle detrazioni ad un soggetto terzo, che a sua volta potrà cederlo ad altri.
In sostanza, previo accordo con il fornitore, si potrà ottenere una riduzione in fattura di importo massimo pari alla spesa da sostenere, che verrà successivamente recuperato da parte del fornitore sotto forma di credito di imposta.
In alternativa si può scegliere di cedere direttamente a terzi, come ad esempio banche, istituti finanziari o altri enti, il credito di imposta pari alla detrazione spettante.
L’ipotesi della cessione del credito ad istituti finanziari è particolarmente interessante, poiché vi sono enti che si sono resi disponibili a ricevere il credito fiscale in cambio della liquidità per effettuare i lavori.
Il sistema è estremamente complesso, per poter usufruire ottimamente del Superbonus 110% è bene affidarsi a tecnici informati sulla procedura, esperti di tassazione in grado indirizzare il contribuente e controllare che ogni singolo adempimento venga eseguito alla perfezione, così come gli obblighi di comunicazione previsti dalla norma.
Dal punto di vista temporale, il Superbonus 110% è stato prorogato grazie alla Legge Bilancio per il 2021 fino a giugno 2022 ed in alcuni casi particolari, che è bene verificare con riguardo al caso di ogni singolo contribuente interessato, addirittura fino al 31 dicembre 2022.